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RITORNO A CASA

tratto da "La casa di ieri " di Jimmie Chinn

tratto da "La casa di ieri " di Jimmie Chinn


Regia
Federica Restani

Traduzione di
Marco Maria Casazza

Con
Marco Maria Casazza

Scene
Gianluca Spaggiari

Assistenza
Giovanni Nodari

Produzione
Ars Creazione e Spettacolo


NOTE DI REGIA

Jimmie Chinn (1940-2011), nasce a Middleton nel Lancashire, si forma alla Royal Academy of Dramatic Arts di Londra come attore per approdare definitivamente alla scrittura nell’84. La BBC, attratta dalle sue opere teatrali, lo scrittura come autore di soap di lunga tenuta come Coronation Street and Emmerdale. “A different way home”, composto di due atti unici, va in scena con Roy Barraclough, che interpreta sia il ruolo di Leslie che della sorella Maureen, nel 1998 al Coliseum Theatre di Oldham.

“Ognuno ha i propri fantasmi ed è meglio quando parlano che quando non lo fanno” scrive l’autore in calce al testo.

“Ogni ritorno a casa riserva qualche sorpresa, soprattutto se è l’ultimo” aggiungiamo noi.

I protagonisti sono due fratelli, Leslie e Maureen, il set è una casa dimessa di una piccola cittadina del nord dell’Inghilterra. La stessa della loro infanzia e giovinezza. Diversi anni sono passati da quando i fratelli vivevano insieme e vari accadimenti sono intercorsi. Ora finalmente, al presentarsi di una non felice occasione, non senza fatica e ritrosia, viene fatto un bilancio. Somme e sottrazioni di non detti, malintesi, sgarbi di ordinaria e straordinaria amministrazione, in una famiglia come tante. La necessità di comunicare è il tema portante della vicenda. La parola il suo cardine, che taciuta, omessa, sottintesa, deve trovare una via per risanare i legami, guarire le escoriazioni dell’amor proprio e le bruciature dell’orgoglio. La parola che deve essere recuperata per superare le separazioni. Ecco che Chinn suggerisce “un luogo” dove questo può avvenire: la casa dell’infanzia, che per i due fratelli assume valori differenti, eppure funge da collante alle riflessioni su un passato comune. Noi cavalchiamo il suggerimento dell’autore e stabiliamo anche “un tempo” in cui questo può avvenire. Abbiamo intessuto le due storie liberandole in uno spazio-tempo oscillante dove ciò che non è espresso viene rivelato da ambo le parti, dove le ragioni di entrambi vengono messe sul piatto ormai vuoto di una casa che soffre l’abbandono di una famiglia giunta al suo termine. Questa, dunque, è la storia di un luogo e un tempo in cui l’amore di fratelli dovrebbe essere in grado di trascendere i pregiudizi, le prevaricazioni, le ingiustizie subite, che se lasciati agire nel silenzio potrebbero creare fantasmi che sopravvivono alla storia stessa.

In occasione del primo anniversario della morte dell’autore viene per la prima volta rappresentato in Italia nella traduzione dell’attore protagonista Marco Casazza, attore di teatro, cinema e televisione, formatosi alla Scuola del “Piccolo Teatro” di Milano. Regista teatrale, ha una vera passione per la drammaturgia contemporanea. Traduce testi teatrali e ha collaborato come dramaturg con il Theaterlab di New York.

La collaborazione con Ars. Creazione e Spettacolo, nata in occasione di “Un gorgo di terra”, è proseguita felicemente con altri due spettacoli: “A Zvornik ho lasciato il mio cuore”  e “F(r)asi, Mirti e Rose di Luna”, entrambi per la regia di Federica Restani.